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ELLE DECOR / Collective

published on 01/04/2015

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In Libano esiste da sempre una voglia di aprirsi al mondo che rende questa terra unica. Forse è stata proprio questa particolare energia ad attirare a Beirut Pascale Wakim e Nicolas Bellavance-Lecompte, due giovani architetti trentenni che nel 2010 hanno aperto nella capitale libanese una delle prime gallerie di design contemporaneo del Medio Oriente: la Carwan Gallery. “Vivere qui è un’esperienza straordinaria”, raccontano Nicolas e Pascale, “al di là dei noti problemi, in quest’area resiste una vena creativa legata alla tradizione ma costantemente proiettata verso il futuro. Così è stato facile decidere di fermarsi per creare un luogo speciale che desse voce ai designer locali e richiamasse i nuovi progettisti internazionali”. La scena del design libanese si trasforma di continuo e in perfetta sintonia con questa vivacità anche la Carwan Gallery, fedele al proprio nome, non smette mai di muoversi nella capitale, andando alla scoperta di angoli nascosti e pieni di fascino dove creare momenti d’incontro tra culture. “Ci piace”, confessano i due galleristi, “insediarci nei luoghi più significativi dell’architettura libanese e trasformarli in interessanti cornici per il design contemporaneo”. Non per niente il primo spazio a ospitare la galleria fu un edificio dell’architetto austriaco Victor Gruen, mentre l’ultima location è stata Villa Paradiso. “Una splendida dimora dell’800, all’interno della quale abbiamo creato un dialogo continuo tra Oriente e Occidente, portando tra finestre ad arco, pavimenti d’epoca e pitture ‘scheggiate’ le nuove idee dei nostri designer”. Tante voci che contribuiscono a trasformare Carwan in una galleria dal forte respiro internazionale, un mix di sensibilità diverse che Pascale e Nicolas non smettono di alimentare, continuando a viaggiare in tutto il mondo alla ricerca di nuovi mercati e protagonisti. “Tutti i nostri designer”, continuano i proprietari, “rappresentano una parte di Carwan. Più che i pezzi scegliamo gli autori, la sensibilità di un progettista è il segreto per fondere modernità e quotidianità orientale”. Esempi importanti di questa filosofia sono le collaborazioni con Vincenzo de Cotiis, autore di una collezione ispirata a Beirut, Massimo Faion, con i suoi omaggi all’arte della falconeria degli Emirati, o India Mahdavi, che dalla Francia è tornata in Oriente per esplorare l’uso della ceramica. Tanti anche i designer della scena libanese che Carwan cerca di portare su palcoscenici più globali, creativi di talento come i fratelli Mary-Lynn e Carlo Massoud, Marc Baroud, Nada Debs, Karen Chekerdjian o i progettisti di 200Grs. Studio. Nicolas e Pascale sono veramente instancabili e, infatti, in questo periodo sono impegnati a esplorare Beirut alla ricerca di una nuova sede per la loro galleria. “Abbiamo già un paio d’idee”, concludono, “per il momento non vogliamo anticipare nulla, ma a maggio avrete sicuramente notizie di noi e di Carwan”